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La domanda sociale e l'offerta di politiche di welfare, occhi puntati sugli anziani. L'indagine SPI-CGIL sui Comuni di Treviglio, Dalmine, Romano, Seriate, Albino

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È una prima ricognizione, l’avvio di un raffronto tra diversi indicatori per cominciare, da settembre, una nuova stagione di negoziazione sociale con gli amministratori locali del territorio, tenendo la lente ben puntata su bisogni e necessità della popolazione anziana: con un’indagine curata dall’istituto Across Concept (ex Ires Lucia Morosini) lo SPI-CGIL di Bergamo osserva da vicino dati e statistiche su domanda sociale, composizione demografica, carico sociale ed economico della popolazione non attiva, crescita e decrescita della popolazione, redditi e politiche di bilancio nei Comuni di Treviglio, Dalmine, Romano, Seriate, Albino, cioè i cinque enti locali più popolosi della Bergamasca dopo il Comune capoluogo.

“La scelta di come destinare i fondi da parte degli amministratori locali è ancora più delicata in un panorama come quello che si va profilando, con criticità anche nella nostra provincia. Per questo consideriamo urgente un rilancio della negoziazione sociale sul territorio, cioè l’apertura di tavoli che permettano di orientare le spese dei Comuni verso una più efficace risposta ai bisogni dei cittadini più fragili, degli anziani in particolare” ha spiegato Augusta Passera, segretaria generale dello SPI-CGIL di Bergamo. “Per avviare, dunque, una rinnovata stagione di confronto con gli amministratori locali abbiamo ritenuto importante aggiornare dati e indicatori in nostro possesso e approfondire la conoscenza del territorio”.

“A titolo di esempio (si rimanda più sotto ai diversi capitoli e risultati della ricerca) è importate per noi sapere che ad Albino negli ultimi dieci anni la quota di over65 residenti è aumentata di ben cinque punti percentuali (dal 19% al 24%), una crescita più intensa rispetto la media dei Comuni lombardi” prosegue la sindacalista. “Come pure utile è sapere che a Treviglio si registra la presenza maggiore di ‘grandi vecchi’, cioè di persone over 80 anni. Eppure, nonostante il bilancio consuntivo del 2022 in quel Comune abbia chiuso con un avanzo di amministrazione importante, la spesa sociale, in particolare per le persone anziane, è ben al di sotto di quella rilevata negli altri Comuni e, soprattutto della media regionale. Dietro i freddi numeri si nascondono alcuni profili di rischio, come gli anziani monoreddito o con reddito molto basso, chi ha problemi di salute, le persone prive di reti sociali o familiari di sostegno”, prosegue Passera. “Ogni profilo di rischio merita, quindi, una declinazione specifica a seconda delle molteplici e diverse realtà territoriali, tenendo conto delle caratteristiche, delle peculiarità di ciascuna di esse”.

 

---------------------L’indagine-------------------------

La domanda sociale e l’offerta di politiche di welfare nei Comuni più grandi della provincia (capoluogo escluso)
In attesa di definire un quadro più ampio ed articolato della domanda sociale e dell’offerta di welfare su base provinciale, abbiamo provato a mettere a confronto alcuni indicatori riguardanti i Comuni di maggiori dimensioni del nostro territorio (escluso il capoluogo), quindi Treviglio, Seriate, Romano di Lombardia, Dalmine e Albino.

La domanda sociale
La composizione demografica e il carico sociale ed economico della popolazione non attiva
Albino è il Comune che presenta la più alta incidenza percentuale di over65: il 24% nel 2023, un valore più elevato della media regionale (23%) calcolata sui Comuni della stessa dimensione demografica (10-20mila abitanti). Da notare che negli ultimi dieci anni la quota di over65 residenti ad Albino è aumentata di ben cinque punti percentuali (dal 19% al 24%), una crescita più intensa al confronto con la media dei Comuni lombardi (+3,7 punti percentuali). Al contrario, la quota degli under15 è diminuita nello stesso periodo di 3,3 punti percentuali, dal 15,4% al 12,1%.

Treviglio presenta un equilibrio demografico tra generazioni abbastanza simile a quello rilevato per Dalmine e Seriate. La quota di popolazione over65 rilevata a Treviglio (22,7%) nel 2023 è infatti poco più alta che a Seriate (22,1%) e a Dalmine (21,6%). Si tratta di valori più bassi della media regionale (23,5%), calcolata sui Comuni appartenenti alla stessa dimensione demografica (20-50mila abitanti). Anche la quota di popolazione under 15 è più elevata a Treviglio (13,6%), e tale valore è vicino al 13% di Seriate e al 12,5% di Dalmine. Tra i Comuni più grandi Romano di Lombardia si caratterizza invece per una quota percentuale di popolazione anziana molto bassa (il 19,7% nel 2023), cui corrisponde un’incidenza % di under15 (15,1%) abbastanza elevata al confronto con il 13% rilevato mediamente per tutti i Comuni che appartengono alla stessa dimensione demografica.

Sotto il profilo delle politiche di welfare è molto utile esaminare i dati statistici sulla presenza dei “grandi anziani”, cioè gli ultra80enni, che sono la fascia anagrafica che meglio individua quella degli anziani ad alto rischio di disabilità (e, quindi, più sovente bisognosi di assistenza continuativa), vedovanza ed erosione del capitale sociale. La quota di over80 è più alta a Treviglio (il 7,7% della popolazione, in linea con la media regionale), seguono Albino (7,2%), Dalmine (7%), Seriate (6,5%) e Romano di Lombardia (5,7%). Nonostante Albino faccia registrare la quota % di popolazione anziana più elevata, tuttavia questa risulta “più giovane” al confronto con quella che vive a Treviglio. La composizione dell’età anziana per segmenti è un elemento conoscitivo importante dal punto di vista della programmazione sociale e sociosanitaria. Probabilmente quest’ultimo indicatore influenza in una certa misura l’andamento della mortalità, visto che nell’ultimo anno disponibile (il 2022) Albino (12 decessi per mille abitanti) e Treviglio (11,3) fanno registrare il valore più alto del tasso di mortalità, seguiti da Dalmine (10,8), Seriate (10,6) e Romano di Lombardia (9,1).

Relativamente ai cinque Comuni esaminati, l’indice di dipendenza, che misura il carico sociale ed economico della popolazione non attiva (0-14 anni e 65 anni ed oltre) su quella attiva (15-64 anni) è abbastanza dissimile. Ad esempio, teoricamente, a Treviglio nel 2023 ci sono 57,2 individui a carico, ogni 100 che lavorano (erano 55,2 nel 2013). Un valore che si abbassa al 53,4% di Romano di Lombardia, ai 52,8 di Seriate e ai 52,7 di Dalmine. Anche per effetto della forte riduzione del numero dei giovani, l’indice di dipendenza rilevato ad Albino non risulta molto elevato, nonostante la quota elevata di popolazione anziana. Esso è pari, infatti, a 56,6 individui a carico, ogni 100 che lavorano (erano 52,4 nel 2013), un valore in linea con la media regionale.

Crescita e decrescita della popolazione
Negli ultimi anni, soprattutto Treviglio e Romano di Lombardia si caratterizzano per la presenza di processi socio-demografici intensi. Relativamente al tasso di crescita della popolazione osservato nel 2013/2023, questi due Comuni fanno registrare l’aumento più elevato: rispettivamente +6,5% e +5,9%. Si tratta di valori molto più alti della media regionale calcolata sui Comuni appartenenti alla stessa dimensione demografica (20 e 50mila abitanti, +2%). Seriate (+1,8%) e Dalmine (+1%) mostrano invece tassi di crescita della popolazione più contenuti. Albino è il solo Comune, tra i cinque esaminati, a far registrare, negli ultimi dieci anni, un tasso di variazione della popolazione negativo (-4,2%); un trend influenzato dalla forte decrescita della popolazione straniera (-19,2%).

Come visto, le differenze rilevate possono essere spiegate, almeno parzialmente, con l’andamento della popolazione straniera e del saldo migratorio interno. Negli ultimi dieci anni a Treviglio e a Romano di Lombardia si è verificata una forte crescita della popolazione straniera (rispettivamente +40,4% e +31,4%). A Dalmine e - soprattutto - a Seriate la crescita della popolazione straniera è invece più contenuta: rispettivamente del 18,3% e del 5,4%. Relativamente al tasso di immigrazione, nel 2023, Romano di Lombardia presenta la % più alta di popolazione straniera, pari al 17,3%. Valori più bassi ma comunque molto più alti della media nazionale si rilevano a Treviglio (14,2%) e a Seriate (13,4%). A Dalmine (9,9%) e soprattutto ad Albino (5,5%) la quota di popolazione straniera è più contenuta.

Dietro i freddi numeri…
L’analisi dei fenomeni demografici necessita di approfondimenti qualitativi. Ad esempio, relativamente ai cinque Comuni esaminati, Treviglio - che registra la crescita di popolazione più consistente negli ultimi dieci anni - è insieme con Albino quello che fa registrare nel 2022 il più basso tasso di natalità (6,2 nati vivi ogni mille abitanti).
Peraltro i valori del tasso hanno subito una forte decrescita negli ultimi anni nonostante il consistente flusso in entrata della popolazione straniera.
Analogo ragionamento può essere svolto per Romano di Lombardia, che fa registrare un tasso di natalità piuttosto basso (6,4) al confronto con Dalmine e Seriate e con la media regionale (6,8).
L’apporto di popolazione straniera - che in genere ha un’età media nettamente inferiore alla popolazione autoctona e mostra anche un saldo naturale positivo rispetto a quello della popolazione italiana - non è da solo sufficiente a garantire tassi di natalità elevati. L’evoluzione degli stili di vita, l’andamento di fenomeni strutturali (mercato del lavoro e precarizzazione, welfare, politiche di conciliazione, la disponibilità di abitazioni….), l’esperienza dell’emergenza pandemica, nonché la composizione demografica della popolazione, possono aiutare a spiegare meglio lo sviluppo della popolazione. Ad esempio, il basso tasso di natalità rilevato nel 2022 a Treviglio può essere messo in relazione anche con la bassa quota di residenti femmine in età feconda (per ragioni di calcolo si considerano le classi di età dai 15 ai 39 anni). La quota di donne trevigliesi appartenenti a queste classi è pari al 25% sul totale della componente femminile della popolazione, mentre ad Albino, Dalmine e Seriate e le donne appartenenti alle classi di età dai 15 ai 39 anni costituiscono circa il 29% del totale delle donne. Una relazione che sembra però non funzionare nel caso di Romano di Lombardia, dove il basso tasso di natalità rilevato non appare coerente con la marcata incidenza della quota di giovani donne in età feconda (il 32%) sul totale delle donne.

Anche relativamente all’età anziana i Comuni si differenziano sensibilmente per quanto riguarda il tasso di femminilizzazione della popolazione. Ad Albino, il valore di questo tasso è pari al 53,7% , il più basso rilevato tra i cinque Comuni; al contrario i valori più elevati si registrano a Treviglio (56,4%) e a Seriate (56,9%).

Per quanto riguarda le fragilità della popolazione anziana, il numero delle indennità di accompagnamento, calcolato per i soli over65, nel 2021 era pari a 947 a Treviglio (erano 813 nel 2015), e si stima che il problema riguardasse il 6,9% delle famiglie (il dato sul numero delle famiglie rilevato per il 2021 proviene dalle statistiche provvisorie dell’ISTAT). Ad Albino le indennità di accompagnamento relative agli over65 erano 491 nel 2021 (6,5% delle famiglie), a Dalmine 679 (il 6,7% delle famiglie), a Seriate 652 (circa il 6% delle famiglie) e infine a Romano di Lombardia, 577 (il 7% delle famiglie).

I redditi
L’esame dei redditi viene effettuato in assenza di una contestualizzazione socio-economico del territorio (attività produttive prevalenti, settori occupazionali, vocazione turistica…).
Più della metà dei redditi percepiti nei Comuni oggetto d’indagine deriva dal lavoro dipendente. Tale percentuale è pari al 53,9% ad Albino, al 58,4% a Treviglio e raggiunge il 60% a Dalmine, il 60,4% a Seriate e il 62,7% a Romano di Lombardia. I redditi da pensione nei Comuni oggetto d’interesse costituiscono una quota importante del totale e sono quelli che riguardano, più da vicino, la popolazione over65. A Treviglio, nel 2021 la quota di redditi da pensione era pari al 33,8% dei percettori di reddito, ad Albino il 36,4%, a Dalmine il 33,1%, a Romano di Lombardia il 29,5% e a Seriate il 32,5%.
Considerando tutte le fonti di entrata, il reddito medio è più alto a Treviglio (27.500 euro) e più basso invece a Romano di Lombardia (22.556 euro). Negli stessi Comuni si registra il reddito medio da pensione più alto (21.247 euro a Treviglio) e quello più basso (18.694 a Romano di Lombardia).
Relativamente ai redditi da lavoro percepiti, occorre considerare come nel periodo 2015-2020 l’importo medio dichiarato dai lavoratori dipendenti si sia ridotto nei Comuni esaminati così come nel resto del Paese, mentre è cresciuto l’importo medio del lavoro autonomo. Si tratta di un problema serio, che va messo in relazione con il cronico problema dei bassi salari nel nostro Paese, le profonde trasformazioni che hanno riguardato le forme contrattuali di lavoro e anche con le recenti politiche fiscali (introduzione ed estensione della flat tax per il lavoro autonomo), la cui applicazione ha creato forti diseguaglianze, in termini di imposizione fiscale, tra redditi equivalenti. Solo nel 2021 il reddito da lavoro dipendente ha ripreso a crescere, seppure lievemente.

Nonostante si sia ridotta negli ultimi anni, la percentuale di redditi bassi percepiti dai contribuenti dei Comuni oggetto d’interesse è ancora consistente nel 2021 (dati Mef sulle dichiarazioni fiscali): il 32,1% dei percettori di reddito di Treviglio percepisce un reddito annuo inferiore a 15.000 euro, un valore che si eleva invece al 32,8% nel Comune di Seriate, al 33% nel Comune di Albino e al 35% nel Comune di Romano di Lombardia. A Dalmine i percettori di reddito fino a 15.000 euro sono pari al 31,6% dei percettori totali.

Un dato molto utile per esaminare la condizione economica dei pensionati riguarda il livello di copertura previdenziale. Attraverso i dati INPS possiamo calcolare, a livello comunale, il rapporto tra trattamenti previdenziali di vecchiaia/anzianità/prepensionamento e numero di over65. Si tratta di un’approssimazione statistica abbastanza efficace, anche se occorre tenere conto sia dei trasferimenti di domicilio sia del fatto che un pensionato può ricevere più prestazioni previdenziali. Il risultato è molto differenziato in base al sesso degli over65. A Treviglio, infatti, nel 2021 si rilevano 825 trattamenti di vecchiaia ogni 1.000 anziani. Tuttavia, tale valore si eleva a 1003 trattamenti nel caso degli uomini e si abbassa fino a 692 relativamente alle donne. A Dalmine, si rilevano invece 777 trattamenti di vecchiaia ogni 1.000 anziani, e tale valore si eleva a 1020 trattamenti per gli uomini e si abbassa fino a 589 relativamente alle donne.

Inoltre, occorre considerare che a Treviglio, mediamente le donne over 65 percepiscono un reddito di pensione da anzianità (l’attuale pensione anticipata) e vecchiaia pari al 50,7% del reddito percepito dagli uomini, un valore più basso di quello rilevato a livello regionale relativamente ai comuni appartenenti alla stessa fascia demografica.

Le politiche di bilancio
Il Comune di Treviglio, pur potendo contare nel 2022 su un livello di spesa corrente pro capite (impegni, 851,4 euro) simile a quello rilevato mediamente per i Comuni lombardi appartenenti alla stessa fascia demografica (851,5 euro) mostra un valore della spesa sociale (Missione 12) molto più contenuto. Relativamente al consuntivo 2022, al netto delle spese per il cimitero, gli impegni di spesa per il sociale sono pari a circa 144 euro pro capite (4.427mila euro circa, in diminuzione di circa 90mila euro rispetto al 2021) a fronte dei 197,7 euro pro capite rilevati per la media regionale. Anche la quota % di spesa corrente destinata alla Missione 12 sul totale della spesa corrente è bassa (il 17%, era il 18,1% nel 2021), se confrontata con il 23,2% rilevato mediamente a livello regionale. I livelli di spesa sociale pro capite sono invece molto più alti a Dalmine (365,9 euro, pari al 36,7% della spesa corrente totale), Seriate (212,7 euro, il 27,5% della spesa corrente) e Albino (282,6 euro, il 32,3% della spesa corrente) La spesa destinata agli anziani, seppure in crescita di circa 65mila euro nel 2022 rispetto all’anno precedente, risulta comunque inferiore alla media regionale (21,5 euro pro capite a fronte di 35,9 euro).

La non adeguata spesa per il welfare registrata a Treviglio non dipende certamente da una situazione finanziaria deficitaria. Anzi, il consuntivo 2022 del Comune di Treviglio dichiara un avanzo di amministrazione disponibile molto elevato, pari a circa 3 milioni e 190mila euro, cioè circa 104 euro pro capite. È una questione di scelte politiche. Emergono infatti criticità relativamente alla distribuzione della spesa corrente per settore d’intervento. In particolare, la spesa impegnata per i servizi Istituzionali e generali è molto alta (pari al 29,1% del totale), a fronte del 26% rilevato mediamente a livello regionale. È un dato preoccupante, tenuto conto che i processi di informatizzazione consentirebbero di ammodernare le tecnologie e snellire le procedure, garantendo consistenti risparmi di spesa, oltre che un miglioramento dei servizi resi ai cittadini. È interessante osservare come la spesa per l’amministrazione generale sia molto più contenuta nei bilanci dei Comuni più piccoli di Treviglio – potenzialmente più esposti alle diseconomie di scala - come Dalmine (16,4%), Albino (23,3%), Romano di Lombardia (25,8%) e Seriate (25,5%).
Anche la spesa per lo smaltimento dei rifiuti (pari al 17,1%) è abbastanza più alta della media regionale (13,6%).

Via Garibaldi, 3 - 24122 Bergamo (BG)

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