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Spazio Conad di Curno, la pausa imposta provoca l'uscita posticipata. Lavoratrice assistita da FILCAMS-CGIL vince causa in Corte d'Appello

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Vivono giornate programmate “al minuto”, in un gioco di incastri tra impegni di lavoro e accudimento dei figli. Per molte madri lavoratrici anche solo vedere posticipata di 15 minuti la fine del proprio turno può significare affrontare un disagio. Così, a seguito di una pausa imposta dall’azienda nell’orario di lavoro, quella che poteva apparire una misura a favore dei dipendenti, a conti fatti, si è trasformata in una complicazione per una cassiera a part time allo Spazio Conad gestito da MGS Ipermercati di Curno.

Con l’assistenza della FILCAMS-CGIL di Bergamo e dell’avvocata Valentina Mattiozzi, nel settembre del 2021 la lavoratrice si era rivolta al Tribunale di Bergamo, convinta dell’illegittimità della variazione del suo orario di lavoro. Il giudice aveva in quell’occasione rigettato il ricorso. La donna si è allora rivolta alla Corte d’Appello di Brescia, che con una recente sentenza le ha dato ragione.

“Ora, è noto che, quando il contratto è a tempo parziale, l’orario di lavoro come concordato dalle parti al momento dell’assunzione non è modificabile dal datore di lavoro” si legge in un passaggio della sentenza. “La giurisprudenza della Corte di Cassazione è consolidata nell’affermare che nei contratti a part time, la programmabilità del tempo libero (eventualmente in funzione dello svolgimento di un'ulteriore attività lavorativa) assume carattere essenziale e giustifica l'immodificabilità dell'orario da parte datoriale”.

“Con l’introduzione unilaterale della pausa obbligatoria, la società datrice di lavoro ha apportato una modifica, sia pur modesta, non alla durata dell’orario inteso come quantum della prestazione giornaliera, bensì alla collocazione oraria della prestazione”.
E secondo la Corte d’Appello, “costituisce modifica dell’orario di lavoro anche la modifica della sola collocazione oraria della prestazione”, che “doveva essere concordata tra le parti (così, come era del resto era avvenuto con la lettera 28.11.2005, con la quale le parti modificavano l’orario precedente fissato nel 1999)”.

La Corte d’Appello sancisce così il diritto della lavoratrice a svolgere la prestazione lavorativa secondo il vecchio orario di lavoro. Nella sentenza si respinge, invece, la domanda di risarcimento dei danni che la dipendente aveva avanzato.

“È stata riconosciuta l'illegittimità della scelta aziendale di imporre la pausa di 15 minuti e viene permesso così alla lavoratrice di riacquisire gli orari stabiliti dal contratto che aveva sottoscritto nel novembre del 2005 con Auchan. Ricordiamo infatti che dal 2020 lo Spazio Conad dove lavora la ricorrente è gestito da MGS Ipermercati s.r.l. a seguito di una cessione di ramo d’azienda intercorsa tra il gruppo Auchan e il gruppo Conad” ha dichiarato Nicholas Pezzè, segretario generale della FILCAMS-CGIL di Bergamo. “L’esito di questa sentenza dimostra che la scelta di MGS non è stata ponderata nel modo corretto, creando disagio alla lavoratrice per quanto concerne la conciliazione tra vita lavorativa e personale. Oggi, a distanza di più di 3 anni, la dipendente ha riacquisito un diritto che le era stato tolto”.

Via Garibaldi, 3 - 24122 Bergamo (BG)

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