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Alla vigilia del Primo Maggio. Presentato da CGIL, CISL e UIL il Manifesto sulla logistica provinciale. "Manca coordinamento territoriale"

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È una proposta di previdente gestione del fenomeno, un tentativo di intervenire con buone prassi sull’impatto rilevante che il boom della logistica sta esercitando sulla Pianura Bergamasca. È stato presentato il 28 aprile, in occasione della conferenza stampa alla vigilia del Primo Maggio, il Manifesto di CGIL, CISL e UIL provinciali per la logistica bergamasca.

Di fronte a un panorama in rapida evoluzione, non solo sotto l’aspetto occupazionale, ma anche di conformazione del tessuto urbano, di consumo di suolo, di modifica degli equilibri sociali dei singoli Comuni coinvolti, per i sindacati confederali “manca un coordinamento territoriale che provi a governare il processo. Ne sentiamo sempre di più la necessità”.
Lo hanno dichiarato venerdì mattina Marco Toscano di CGIL, Francesco Corna della CISL e Pasquale Papaianni di UIL di Bergamo, che hanno illustrato il Manifesto ai giornalisti, al fianco dei sindacalisti del comparto Marco Sala di FILT-CGIL, Pasquale Salvatore di FIT-CISL e Giacomo Ricciardi di UIL Trasporti.

“Proponiamo qui ufficialmente la costituzione di un Comitato Provinciale per la Logistica, composto dai rappresentanti istituzionali, locali, imprenditoriali, sociali e sindacali che porti alla definizione di una Carta Provinciale per la Logistica Bergamasca. Non c’è altro modo, a nostro avviso. Perché tra espansione edilizia, commerciale e industriale, i nodi iniziano già a presentarsi” dichiarano i sindacalisti. “Piattaforma di atterraggio per multinazionali attratte dall’infrastrutturazione connettiva dell’area e dalla sua centralità rispetto al grande mercato metropolitano milanese e al sistema Nord Est, su quell’area tra Treviglio, Caravaggio e Romano di Lombardia stanno convergendo centinaia di attività con migliaia di addetti”.

“Il centro Amazon a Casirate, il nuovo polo logistico Italtrans di Calcio sono esempi di una trasformazione del territorio in piattaforma logistica. Siamo di fronte a una direzione di crescita importante e complessa, dai forti impatti sociali e ambientali. Per questo, come CGIL, CISL e UIL di Bergamo, dopo esserci concentrati sull’analisi di una serie di criticità, arriviamo oggi ad avanzare misure e proposte per evitare una crescita incontrollata e nuove cattedrali nel deserto”, proseguono Toscano, Corna e Papaianni.

Ecco, dunque, alcune proposte avanzate nel Manifesto: “Rivendichiamo la corretta applicazione dei contratti nazionali di riferimento, la costituzione di una filiera trasparente degli appalti, una preventiva informativa ai lavoratori coinvolti dalla cessazione di un appalto, e con ciò, il riconoscimento del ruolo responsabile e contrattuale del sindacato confederale, tramite politiche di bilateralità necessarie a governare un settore fortemente flessibile e frazionato”.
Le retribuzioni, sottolineano i tre leader sindacali, “devono corrispondere alla reale attività lavorativa svolta, e dovrà prestarsi la massima attenzione a potenziali fenomeni di caporalato anche nella nostra provincia”.

Si auspica un’azione anche nel campo del welfare, invitando “ad interventi a favore della disponibilità abitativa in quel territorio, della necessità di collegamenti con mezzi pubblici nonché a favore di un adeguamento del sistema sanitario che risulta essere estremamente sotto pressione. Perciò, diviene sempre più necessaria una cooperazione tra i Comuni. La sorveglianza sanitaria, in coordinamento con RLS, RSPP, Medico competente, INAIL e ATS, deve essere funzionale anche alla salute e sicurezza sul lavoro. Insomma, è necessario pensare oggi alla logistica del domani e prevederne i principali effetti sulla base dell’evoluzione che il settore potrà avere, per programmare le necessarie politiche e mitigare le ripercussioni negative, prevedendo uno sviluppo armonico con il territorio” concludono Toscano, Corna e Papaianni.

 

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