Con una lunga lista di rivendicazioni e di interventi considerati ormai urgenti per lavoratori e pensionati, la CGIL scende in piazza a Roma questa settimana, sabato 8 ottobre, in una mobilitazione programmata già da tempo, a un anno dall’assalto squadrista alla sede nazionale in Corso d’Italia.
Da Bergamo, a bordo di un treno speciale e di uno di linea, partirà una delegazione di 280 tra sindacalisti, delegati e lavoratori di aziende del territorio.
Un corteo si muoverà da piazza della Repubblica (ore 13.30) per giungere in piazza del Popolo dove dal palco si alterneranno gli interventi di rappresentanti di sindacati internazionali e associazioni. Le conclusioni saranno affidate al segretario generale della CGIL Maurizio Landini.
La CGIL chiederà all’Italia e all’Europa di rimettere al centro i temi del lavoro e della giustizia sociale e dalla piazza rilancerà le proprie proposte al prossimo Governo.
Il sindacato chiede di:
- tutelare e aumentare il potere di acquisto di salari e pensioni, intervenire a livello nazionale ed europeo sulla formazione dei prezzi, fissare un tetto alle bollette, proteggere l’occupazione e integrare il trattamento economico della cassa integrazione. Di garantire una salario minimo legato al trattamento economico complessivo dei CCNL e di rinnovare i contratti
- superare il Jobs Act e le norme che hanno precarizzato il lavoro, abolendo le tipologie di lavoro precario e sottopagato e introducendo un contratto unico di ingresso a contenuto formativo ed estendendo le tutele dei lavoratori autonomi
- estendere a tutto il sistema degli appalti e dei subappalti privati il rispetto e l'applicazione dei Contratti nazionali e delle clausole sociali, di intervenire in maniera vigorosa per la prevenzione degli infortuni sul lavoro, per la formazione, la salute e sicurezza, che devono essere garantite ed esigibili, anche con l’inasprimento delle sanzioni
- Innovare il sistema pubblico e investire attraverso un piano straordinario di assunzioni pubbliche e di stabilizzazione del personale precario
- dare centralità al servizio sanitario pubblico e universalistico e al sistema pubblico di istruzione e conoscenza
- garantire una misura universale di lotta alla povertà, come il reddito di cittadinanza
- introdurre la legge sulla non autosufficienza
- cambiare la legislazione sull’immigrazione
-Modificare radicalmente il sistema previdenziale superando la riforma Fornero e ricostruendo un sistema previdenziale pubblico, solidaristico ed equo che unifichi le generazioni e le diverse condizioni lavorative e garantisca flessibilità in uscita a partire da 62 anni o con 41 anni di contributi a prescindere dall’età
- dare impulso a nuove politiche industriali e costituire un’Agenzia per lo Sviluppo dotata di poteri e un Fondo speciale per la transizione ambientale e quella digitale per rafforzare gli strumenti di governo delle crisi e delle riconversioni
- recuperare i divari territoriali e di sviluppo a partire dal Mezzogiorno
- riqualificare le grandi periferie urbane, delle aree interne e incrementare l’edilizia pubblica e sociale