Primo faccia a faccia, nel pomeriggio del 6 settembre, tra la dirigenza della Polynt spa di Scanzorosciate e il coordinamento dei rappresentanti sindacali di FILCTEM-CGIL, FEMCA-CISL e UILTEC-UIL, compresi i rappresentanti sindacali di Bergamo, dopo la preoccupante comunicazione di dieci giorni fa che aveva fatto temere la parziale, temporanea chiusura di alcuni siti.
Il 29 agosto l’azienda aveva, infatti, annunciato ai circa 1.000 dipendenti in Italia e alla stampa di essere “costretta a chiudere temporaneamente alcuni impianti a causa dei costi del gas enormemente aumentati che hanno portato l’azienda a non poter essere più competitiva contro i prodotti di importazione che arrivano dall’Asia, dalla Turchia o dalle Americhe dove il costo del gas è rimasto sostanzialmente invariato, intorno ai 30 dollari, contro i 300 che si pagano da noi”.
La Polynt spa, che produce compositi e intermedi per la chimica specialistica, occupa 3.300 lavoratori nelle diverse sedi in giro per il mondo in 38 stabilimenti. In Italia ha sei siti. A Scanzorosciate, sede principale del gruppo, sono presenti 460 dipendenti.
“Nell’incontro l’Amministratore delegato ha ribadito, fornendo ulteriori particolari, quanto già dichiarato nella comunicazione di fine agosto” ha riferito Enio Cornelli della FILCTEM-CGIL di Bergamo. “Non si prevedrebbero, tuttavia, chiusure di siti, bensì un ricorso alla cassa integrazione ordinaria. Non sono stati specificati né gli stabilimenti coinvolti (verosimilmente lo saranno Scanzorosciate e San Giovanni Valdarno), né il numero di lavoratori per i quali verrà chiesto l’ammortizzatore. Aspettiamo di ricevere la comunicazione ufficiale con l’apertura formale della richiesta di cassa. Ciascun territorio, poi, terrà un confronto tra sindacati e direzioni aziendali per gestire l’articolazione del rallentamento delle attività. L’Ad ci ha comunque, ripetutamente, rassicurato sulla solidità di Polynt, che non viene messa in discussione da questa momento di difficoltà congiunturale”.