Federconsumatori ribadisce il giudizio negativo nei confronti della gestione di Uniacque.
Azienda a totale capitale pubblico, cioè pagata da tutti noi, che non vuol saperne di considerare gli Utenti come i suoi primi azionisti e continua a trattarli con un indisponente atteggiamento di presunta superiorità.
Azienda che si nega al confronto con le associazioni di tutela dei consumatori al punto di non concludere la stesura della Carta dei Servizi e del collegato regolamento: Strumenti dove si precisano diritti e doveri tra le parti per la fornitura dell'acqua, il servizio di depurazione e quello di fognatura. Servizi "regolarmente" fatti pagare in bolletta.
Azienda che l'anno scorso ha applicato l'aumento del 70% sul costo dell'acqua distribuita dalla rete di Bergamo precedentemente gestita da BAS.
Azienda che acquisisce reti di distribuzione idrica dai Comuni (il diritto a farlo deriva dall'essere "Gestore Unico del Servizio Idrico Integrato") e poi tarda a realizzare le opere necessarie a garantirne l'efficienza e il rispetto delle norme di tutela dell'ambiente. È pubblica l'accusa fatta da Amministratori comunali che contestano l'immobilismo di Uniacque a fronte di scadenze prossime che, se non rispettate, comporteranno sanzioni da parte dell'Europa.
In questo contesto la Provincia ci mette del proprio. Non si capisce come possa (la Provincia) essere contemporaneamente socia e promotrice di Uniacque quale Gestore Unico del Servizio Idrico Integrato sull'intero territorio bergamasco, e azionista di Hidrogest e Cogeide. Società che svolgono lo stesso servizio, in contenzioso con Uniacque su importanti aree provinciali.
Federconsumatori auspica che Provincia e Sindaci/Azionisti di Uniacque si interessino anche dei problemi sopra esposti.
Bergamo, 24 luglio 2013