FORSE PUÒ ESSERE AVVILENTE VEDERE UNO SCONTRINO DI OLTRE 100 € PER QUATTRO CAFFÈ E TRE AMARI: MA QUANDO AD AUMENTARE DI PREZZO SONO PATATE, CIPOLLE E MORTADELLA SIGNIFICA CHE SIAMO MESSI PROPRIO MALE.
A Ferragosto ha fatto scalpore il prezzo pagato per quattro caffè e tre alcolici in un locale lussuoso a Venezia. Si è scritto che questo va a scapito del buon nome dell'Italia e danneggiano il turismo, oltre che essere uno schiaffo alla povertà.
Tutto vero, ma a preoccupare maggiormente dovrebbe essere l'incontrollato aumento dei prezzi che hanno colpito i generi alimentari più popolari.
Federconsumatori Bergamo segnala che attualmente per acquistare patate e cipolle si spende esattamente il doppio di quanto si spendeva l'anno scorso: per la mortadella il prezzo è aumentato del 50%: impennata che non fa notizia!
Il prezzo attuale delle patate supera 1,50 € il Kg, il precedente, nello stesso periodo dell'anno scorso di 0,70/80 €/Kg; le cipolle l'anno scorso costavano attorno ai 0,80 €/Kg mentre adesso costano sino a 2€/kg; la mortadella ad agosto del 2012 si comprava con meno di 10 € il Kg, ad agosto del 2013 costa mediamente 14€ il kg.
Stessa sorte per i prezzi all'ingrosso al mercato ortofrutticolo di Bergamo che il 22/8/20112 segnavano € 0,35 per le cipolle tonde dorate e quest'anno, al 21 agosto venivano vendute a 0,65/70€. Alle medesime date le patate pasta gialla l'anno scorso erano quotate € 0,40 il Kg e quest'anno sono passate a € 0,75 il Kg.
Noi non siamo in grado di dire se altrettanti significativi aumenti sono finiti nelle tasche dei produttori agricoli, cosa in parte auspicabile anche se improbabile; però possiamo dimostrare che durante il viaggio dal mercato all'ingrosso ai punti vendita l'incremento del prezzo supera il 100%.
Significativo, oltre che inquietante, è che a subire i maggiori aumenti di costo siano i generi alimentari tradizionalmente consumati da quelle persone che dispongono di minori risorse rispetto alla media.
Sarà per effetto della "legge di mercato" che quanto denunciato avviene, ma Federconsumatori ritiene non sia eticamente sostenibile che per grossisti e dettaglianti (grande o piccola distribuzione non fa differenza) i ricarichi rimangano inalterati mentre tutti gli altri faticano a tirare fine mese.
Chissà se il "laboratorio per il contenimento dei prezzi del Comune di Bergamo vorrà prendere in considerazione quanto sta avvenendo e saprà proporre azioni utili a porvi un limite.
I veri scandali
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