Migliaia di correntisti che lasciano i propri risparmi in banca sul c/c, percepiscono il tasso (creditore) pari allo 0,0100%, mentre il "tasso debitore annuo nominale sulle somme utilizzate-fido non garantito a revoca" devono pagare alla banca il 5,0100% (Esempio di c/c aperto presso UBI-BANCA di Bergamo).
La differenza tra quanto la banca riconosce ai propri clienti che depositano soldi e quanto vuole quando li presta è di 501 volte tanto. Al netto di ogni altra spesa dovuta per la gestione del conto.
Fatta la doverosa premessa , mentre sui giornali locali si legge delle "battaglie" tra le agguerrite liste in corsa per rinnovare i vertici del gruppo di UBI BANCA (di queste una soltanto si pone in modo esplicito il problema che i "vertici" debbano dare il buon esempio nei confronti dei risparmiatori), si trova interessante la seguente notizia: "Unicredit, il vertice rinuncia ai bonus E per i primi 115 manager taglio del 50%. L'ad Ghizzoni e la sua squadra lasciano in azienda il 70% circa della retribuzione, tutta la parte variabile".
Federconsumatori sostiene che anche questi esempi possono servire a ricomporre il rapporto di fiducia tra risparmiatori e banchieri. In modo da stemperare la sgradevole sensazione, che i primi hanno, di sentirsi pecore da tosare.
Bergamo, venerdì 12 aprile 2013