Federconsumatori Bergamo risponde alle molte richieste di informazione/aiuto ricevute da genitori chiamati a pagare rette scolastiche anche se le scuole sono chiuse, già dallo scorso mese di febbraio, a causa del rischio di contrarre il Coronavirus.
Si tratta per lo più di scuole dell’infanzia, condotte da gestori privati che rivendicano la corresponsione delle rette mensili pattuite all’atto dell’iscrizione.
Della questione ci stiamo occupando da tempo ma sinora non abbiamo avuto riscontri positivi alle richieste di sospensione di pagamenti in attesa che si faccia chiarezza alla domanda “a chi compete sostenere i costi di un servizio attualmente non erogato”.
Attualmente siamo venuti in possesso di una lettera inviata dal gestore di una sola scuola dell’infanzia paritaria che opera nel comune di Bergamo, dove si applica uno sconto mensile pare a 80,00 euro sulla retta prevista di euro 206,00 al mese, la cifra applicata in riduzione è data dalla mancata Mensa + Sconto.
Nella lettera del Gestore si fa riferimento ai costi che rimangono a carico della scuola: “Personale docente e non docente, a integrazione del Fondo, costo di mantenimento struttura e in materia di sicurezza, costo professionisti di cui la scuola necessita anche in questo tempo di sospensione delle attività didattiche, ad esempio i commercialisti”.
Costi questi che non mettiamo in discussione. Rimane il fatto che la riduzione di soli 80 euro su una retta di 206 euro è sperequata. In pratica verrebbero a pagare più le famiglie che l’Imprenditore.
In questo modo la scuola scarica sui “clienti” un costo eccessivo, tenuto conto che in questo momento di crisi generale si aggrava l’onere su famiglie già in difficoltà.
Se la famiglia è in difficoltà a sostenere l’onere aggiuntivo per un servizio che attualmente non fruisce, in attesa di avere chiarimenti da parte di chi ci amministra e governa, Federconsumatori suggerisce di bloccare temporaneamente l’addebito sul conto corrente.