Questa mattina (3 novembre 2020) un noto giornale apriva con un titolo interessante “L’Ipocrisia frena scelte urgenti e impopolari”.
L’occasione era per parlare della situazione legata all’imperversare del Coronavirus e gli “ipocriti” sarebbero coloro che fingerebbero di avere a cuore gli anziani contestando le ipotesi di “ISOLAMENTO” soltanto per meri scopi politico/elettorali.
A detta del giornale(stabilito che “sappiamo tutti che gli anziani starebbero meglio in mezzo alla gente e circondati dall’affetto di figli e nipoti, ma se lo scotto da pagare è quello ben noto a tutti”) il “gioco” di proteggerli isolandoli dagli assembramenti vale la candela.
Ne siamo così sicuri? Certo che se sostieni tale posizione togli dal dubbio che tu possa essere “ipocrita”. Nasce però il sospetto che tu sia ingiusto nei confronti di chi nacque a cavallo degli anni intorno al primo dopoguerra ed ha avuto sulle spalle esperienze di vita fatte di lavoro (tante volte iniziato anche prima del compimento dei 14 anni), lotte sociali, anni di piombo, la “congiuntura”, la crisi petrolifera, terremoti, allagamenti, guerre ai confini, ecc…
Senza parlare della decimazione avvenuta nei mesi scorsi quando i vecchi, in molti casi privati delle cure necessarie a contrastare diverse malattie, si sono trovati indeboliti a fronteggiare il virus.
Donne e uomini ai quali non si deve insegnare cosa significa solidarietà.
Simile accusa (ipocrisia) anche per chi vorrebbe la scuola funzionante dal vivo e non a distanza. Non dimentichiamo che non tutti (nemmeno gli attuali giovani) sono in possesso delle nuove tecnologie.
Forse occorrerebbe riflettere se alcune scelte “impopolari” siano l’unico modo per salvarci dal virus o se siano la scorciatoia per nascondere la mancanza di capacità necessaria a mettere in atto le dovute prevenzioni.