I cittadini che hanno letto il programma delle prossime vaccinazioni “Covid” previste in Lombardia si pongono alcune domande:
- diamo per acquisito che i vaccini saranno a disposizione in numero sufficiente per tutti?
- le percentuali previste di “vaccinati” sono da intendersi a livello nazionale o cosa?
- dato che il vaccino richiederà la doppia somministrazione entro tre settimane dalla prima… quali e quanti saranno gli “incroci” tra chi si sottoporrà al primo vaccino e chi avrà il richiamo per il secondo?
Non si sa quando e se partirà una campagna di informazione, a una voce sola, che spieghi ai cittadini perché si debbano rispettare le regole sui comportamenti da tenere in attesa della vaccinazione necessaria a contrastare il diffondersi dei contagi.
Non si sa ancora se ai medici di base sarà proposto di erogare le vaccinazioni in ambulatorio o presso siti dedicati, se i medesimi accetteranno di farlo, se sarà possibile vaccinarsi anche in farmacia, se, vista la crisi pandemica, saranno autorizzati a vaccinare anche i veterinari.
Da chi ci governa vorremmo informazioni sincere e non vaghe promesse.
Da chi ci amministra localmente, ed ha la responsabilità di tutelare la salute dei cittadini, vorremmo sapere se e quali azioni sono in corso per rendere possibili le vaccinazioni nel momento in cui ci sarà la disponibilità di vaccini.
La sgradevole sensazione che si prova è che ci stiano raccontando soltanto vaghe idee. Col rischio di offrire pretesti a quei negazionisti che fan credere sia più pericoloso il vaccino che il Covid in espansione.