Il dovere di esibire il certificato attestante l’avvenuta vaccinazione non è contrario ai nostri interessi.
È una tutela per noi e per chi, non vaccinato, ha maggiori probabilità di contrarre la malattia: avendo chiaro che i “non vaccinati” non sono soltanto coloro che per proprie convinzioni, paure o libere scelte rifiutano il vaccino ma anche persone che per motivi di salute non possono correre il rischio di subire i possibili effetti collaterali legati alla vaccinazione.
A questo punto si pone una domanda: se i cittadini devono dimostrare di essere vaccinati o, almeno, presentare un tampone non più datato di 48 ore per potere entrare in un ristorante, in un ospedale, in Casa di riposo a visitare i propri cari, a scuola, ecc… Perché non hanno anche il diritto di sapere se chi nel ristorante lavora, se chi in Ospedale o in RSA opera, se chi sarà in aula con i propri figli è vaccinato?
Forse qualcuno garantisce che il mantenimento delle distanze e l’utilizzo dei dispositivi di sicurezza sono sempre rispettati? Qualcuno assicura che nei luoghi all’aperto le Persone che si ammassano sono immuni e non contagiose?
A uguali doveri dovrebbero corrispondere uguali diritti: ossia sapere in che mani ci mettiamo.
Ancora una volta le regole sono tante e forse troppe, ma mancano disposizioni chiare su chi deve fare cosa e chi deve vigilare e intervenire per fare rispettare le norme.
Questo modo di diffondere Leggi, Decreti, Circolari, Disposizioni di estrema importanza” le rende poco credibili dando voce a chi non le vuole rispettare.
In ogni caso a prescindere dalle imposizioni, visti gli effetti della pandemia tuttora in corso, l’ultimo dei problemi dovrebbe essere la preoccupazione di vaccinarsi ed esibire la Certificazione Verde Covid-19 sostenuta dal nostro documento d’identità.