Con la pubblicazione, da parte dell’INPS, del numero di ore di cassa integrazione autorizzate a dicembre è possibile avere uno sguardo complessivo sull’anno, in rapporto agli anni precedenti e soprattutto capire se e in che misura si può considerare superata la profondissima crisi del 2020 causata dalla pandemia.
Purtroppo le difficoltà non sono superate e il numero di ore complessivamente autorizzate nel 2023 non è inferiore a quelle del 2018 e 2019 e, ed è il dato più preoccupante, sono in aumento del 10,7% rispetto alle ore autorizzate nel 2022. Preoccupa anche il fatto che le ore siano aumentate pur in presenza di una normativa concessiva più restrittiva di quelle degli anni precedenti essendo ormai superate le norme facilitative del 2020 e 2021.
Tipo intervento | 2018 | 2019 | 2020 | 2021 | 2022 | 2023 |
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ordinaria | 1.548.340 | 1.349.454 | 73.292.410 | 27.144.026 | 4.924.663 | 7.035.690 |
straordinaria | 1.459.522 | 2.638.029 | 3.934.555 | 6.435.683 | 4.389.315 | 3.590.881 |
deroga | 3.991 | 1.313 | 15.500.186 | 8.646.958 | 281.880 | - |
totale | 3.011.853 | 3.988.796 | 92.727.151 | 42.226.667 | 9.595.858 | 10.626.571 |
differenza su anno precedente | - | 32,4% | 2.224,7% | -54,5% | -77,3% | 10,7% |
ordinaria | 100,00 | 87,15 | 4.733,61 | 1.753,11 | 318,06 | 454,40 |
straordinaria | 100,00 | 180,75 | 269,58 | 440,94 | 300,74 | 246,03 |
deroga | 100,00 | 32,90 | 388.378,50 | 216.661,44 | 7.062,89 | - |
totale | 100,00 | 132,44 | 3.078,74 | 1.402,02 | 318,60 | 352,83 |
Tipo intervento | 2018 | 2019 | 2020 | 2021 | 2022 | 2023 |
---|---|---|---|---|---|---|
ordinaria | 1.075.729 | 1.074.602 | 67.181.198 | 26.207.637 | 4.772.897 | 6.758.024 |
straordinaria | 1.371.059 | 2.530.167 | 3.837.858 | 6.123.800 | 4.160.185 | 3.496.128 |
deroga | - | - | 481.018 | 669.415 | 24.412 | - |
totale | 2.446.788 | 3.604.769 | 71.500.074 | 33.000.852 | 8.957.494 | 10.254.152 |
differenza su anno precedente | - | 47,3% | 1.883,5% | -53,8% | -72,9% | 14,5% |
ordinaria | 100,00 | 99,90 | 6.245,18 | 2.436,27 | 443,69 | 628,23 |
straordinaria | 100,00 | 184,54 | 279,92 | 446,65 | 303,43 | 254,99 |
deroga | ||||||
totale | 100,00 | 147,33 | 2.922,20 | 1.348,74 | 366,09 | 419,09 |
È tornata a crescere la cassa integrazione soprattutto nei settori portanti dell’economia manifatturiera bergamasca: l’industria, nel suo insieme, con gli oltre 10 milioni di ore autorizzate supera del 14,5% le ore autorizzate nel 2022 (8,9 milioni); l’edilizia vede un aumento dell’83% rispetto al 2022 ma in un contesto di numeri complessivi non elevati (a dicembre 25mila ore, a novembre 66mila, nel resto dell’anno sotto i 30mila); il Commercio, poi, vede addirittura un calo dell’80% grazie ad una ripresa dei consumi.
Vedendo più nel dettaglio i singoli settori si deve osservare che nel 2023 solo Alimentari (0,0), Trasporti (25,0), ed Edilizia (58,5) registrano un indice più basso rispetto a quello (uguale a 100) del 2018. E si tratta di settori che nel 2020 avevano toccato i picchi più alti (Trasporti 49mila rispetto a 100 del 2018), Alimentari (oltre 7mila).
Tutti gli altri settori hanno registrato un ricorso alla cassa integrazione ancora alto e altissimo rispetto agli anni pre-COVID: Chimica e Metallurgia innanzitutto. Ma preoccupa la situazione della Meccanica, con un indice di 369, non tra i peggiori, ma con oltre 540mila ore negli ultimi mesi dell’anno.
Non è il mese di Dicembre ad aver spinto in su il ricorso alla cassa integrazione; anzi, come a livello nazionale (-25,4% rispetto a novembre) anche a Bergamo le ore, rispetto a novembre, sono diminuite, quasi dimezzate: cassa ordinaria – 34,9% (a dicembre 643.917 ore contro le 989.107 di novembre), cassa straordinaria – 55,2% (a novembre oltre un milione, a dicembre 476.448).
A tenere comunque ancora elevato il ricorso alla cassa integrazione a dicembre hanno contribuito in particolare il settore metallurgico (84.550 ore, tutte di cassa ordinaria; erano 12mila a novembre), il settore meccanico con 540mila ore proprio come a novembre, il settore chimico con quasi 300mila ore, poco mino di novembre e comunque con tre mesi negativi di fila. È indubbio che su questi risultati abbia un peso il contesto internazionale con guerre, tensioni e difficoltà nei trasporti internazionali, come si vede in altri Paesi, a partire dalla Germania.
I settori produttivi a basso e bassissimo ricorso alla cassa integrazione (Alimentari, Trasporti, Edilizia, Commercio) risentono meno del contesto internazionale e hanno una domanda più rigida (i trasporti degli studenti, l’alimentazione della popolazione) o hanno potuto contare sui vantaggi del bonus edilizio oppure ancora, per il Commercio, hanno una normativa che limita il ricorso alla Cassa dirottando sul regime dei Fondi.