Federconsumatori Bergamo informa i titolari di buoni postali fruttiferi a termine, per i quali Poste Italiane nega il rimborso perché prescritti, che c’è la possibilità di riavere i propri soldi.
La vicenda riguarda tutti quei risparmiatori che avevano sottoscritto buoni fruttiferi postali cosiddetti “a termine” e che si sono visti negare il rimborso in sede di richiesta di riscossione.
Poste sostiene che il titolo, essendo “a termine” (durata media dai 18 mesi ai 7 anni), anziché ordinario (durata media 20 anni) risulta prescritto e nega il rimborso. Così, il risparmiatore perde non solo l’interesse atteso ma anche il capitale investito.
Tuttavia, la maggior parte di questi buoni fruttiferi “a termine” emessi da Poste Italiane risultano carenti di elementi fondamentali. Non risulta, inoltre, che sia stato consegnato il foglio informativo indicante le caratteristiche di durata dell’investimento, il cui obbligo era previsto per legge, all'atto della sottoscrizione del Buono Fruttifero.
Stante il mancato rispetto della normativa da parte di Poste, numerose sentenze hanno riconosciuto le ragioni dei risparmiatori condannando Poste a rimborsare quanto dovuto.
Ricordiamo che in materia si è attivata anche l’Autorità Garante Concorrenza e Mercato, la quale ha chiesto a Poste di fornire informazioni circa il numero di titoli caduti in prescrizione dal 2018, quello relativo ai reclami avanzati per la contestazione del mancato rimborso ed ancora quello in merito alle modalità di gestione delle procedure di reclamo interamente conclusesi, ciò anche per valutare gli eventuali criteri di quantificazione della sanzione amministrativo/pecuniaria da adottarsi.
Federconsumatori Bergamo rimane a disposizione di tutti i risparmiatori coinvolti dalla vicenda, per fornire chiarimenti e assistenza in merito.