Notizie

Ucraina, venerdì 18 febbraio il presidio di Rete della Pace di Bergamo e Coordinamento enti locali per la pace

Tempo di lettura: 2 - 3 minuti

La Rete della Pace di Bergamo e il Coordinamento enti locali per la pace e i diritti umani invitano tutti i cittadini al presidio di venerdì 18 febbraio alle ore 18:00 in Largo Porta Nuova (di fronte al Credito Bergamasco) a Bergamo per esprimere solidarietà alle popolazioni che subiscono le conseguenze dei conflitti armati.

Tutti i responsabili dell’Unione Europea e della politica internazionale sono chiamati ad agire con determinazione per impedire che la crisi dell’Ucraina sfoci in una nuova escalation, nel mezzo di una guerra che ha già prodotto nella regione del Donbass 14.000 vittime dal 2014 a oggi.

Non c’è alcuna possibilità di difendere i diritti umani o di risolvere le crisi muovendo carri armati, soldati, navi e aerei di guerra. Questo è il tempo di dichiarare la pace e non la guerra!
L’Unione Europea deve affrontare alla radice tutti i problemi che da troppo tempo attraversano e colpiscono non solo l’Ucraina e i confini orientali. L’obiettivo principale per l'Europa deve essere la paziente e tenace costruzione della pace e della sicurezza dall’Atlantico agli Urali anche attraverso un reale processo di disarmo, che avrebbe dovuto coinvolgere già da tempo anche l'Italia che ancora accetta di avere sul proprio territorio missili nucleari da poco rinnovati, nonostante gli accordi presi a suo tempo e nonostante il fatto che non ci siano sul nostro territorio depositi sicuri per i missili obsoleti.

Allo stesso tempo, è necessario riconoscere che l’escalation in Ucraina è espressione del grave prolungato deterioramento delle relazioni internazionali e dell’altrettanto serio indebolimento delle Istituzioni internazionali. L’Italia e l’Europa lavorino per cambiare rotta: senza il rispetto della legalità internazionale, senza la democratizzazione e il rilancio del dialogo politico e della cooperazione a tutti i livelli sarà impossibile difendere i diritti umani e affrontare efficacemente le tante crisi che incombono. Non è possibile fare la guerra e, allo stesso tempo, promuovere la realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Non è più ammissibile che la sicurezza degli stati continui a prevalere sulla sicurezza umana.

Le guerre costituiscono una criminale sequela che ha le caratteristiche del circolo vizioso: guerra chiama guerra. Perché il cerchio si spezzi occorre che vengano meno gli attributi militari degli stati-nazione; si affermino strutture democratiche di governo mondiale; si metta in funzione il sistema di sicurezza collettiva previsto dalla Carta delle Nazioni Unite. Il Trattato di Lisbona stabilisce espressamente che “l’Unione promuove soluzioni multilaterali ai problemi comuni, in particolare nell’ambito delle Nazioni Unite. …L’Unione opera per assicurare un elevato livello di cooperazione in tutti i settori delle relazioni internazionali al fine di: … preservare la pace, prevenire i conflitti e rafforzare la sicurezza internazionale, conformemente agli obiettivi e ai principi della Carta delle Nazioni Unite, …” (art. 21).

Rete della Pace di Bergamo
Coordinamento enti locali per la pace e i diritti umani

Via Garibaldi, 3 - 24122 Bergamo (BG)

SOCIAL

LINK

Cerca