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Buoni fruttiferi postali: la necessità di una riforma della giustizia. Ci si chiede a cosa serva l’Arbitro Bancario Finanziario se le sue decisioni non vengono fatte rispettare da Poste Italiane

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La vicenda nasce dal fatto che, anche dopo l’emissione del Decreto Ministeriale 13 giugno 1986 istitutivo della serie “Q”, con rendimenti inferiori rispetto a quelli previsti per la precedente serie “P”, Poste Italiane ha continuato ad utilizzare i vecchi moduli modificando i rendimenti limitatamente riferito ai primi vent’anni. Nel modulo, dal ventunesimo al trentesimo anno di vita, è rimasto visibile e non sostituito l’importo, più elevato, originariamente apposto a stampa per tale periodo.

Si parla di una differenza nei rendimenti riconosciuti allo sportello di circa il 50%.
Nel febbraio 2022, dopo un orientamento dei giudici di merito reso pressoché in favore dei risparmiatori, sono state depositate quattro ordinanze fotocopia dalla prima sezione civile della Corte di Cassazione, inaspettatamente a favore della tesi difensiva di Poste Italiane spa.
Di segno opposto, l’Arbitro Bancario Finanziario, Collegio di Roma, che nella seduta dell’8 marzo 2022, pur dando atto di conoscere l’orientamento della Prima Sezione civile della Suprema Corte, ha chiarito che le ordinanze “appaiono non essere in linea con quella che è la ratio della norma, così come voluta dal legislatore […]. Da ciò consegue che l’avere apposto un timbro aggiuntivo sul retro riferito unicamente ai primi vent’anni per buoni di durata trentennale costituisce non solo un comportamento contrario a diligenza … ma anche un grave errore, in quanto idoneo a ingenerare un falso affidamento su chi quei buoni acquistava e sottoscriveva per un trentennio”.
Ciò nonostante, il risparmiatore di fatto ottiene una decisione che si esprime in suo favore ma che non viene ottemperata da Poste Italiane, si legge infatti sul sito dell’Arbitro istituito da Banca d’Italia che gli inadempimenti di Poste Italiane alle sue statuizioni sono oltre 2.500.
Federconsumatori Bergamo si sta battendo affinché la questione torni ad essere esaminata dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, con istanza già presentata in tal senso e oggi all’esame della Corte.
Ma ciò che realmente servirebbe al sistema giudiziario è una riforma della giustizia in senso ampio, che contrasti sprechi di tempo e di denaro.

Via Garibaldi, 3 - 24122 Bergamo (BG)

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